domenica 30 dicembre 2007

Chasing cars




In pomeriggi troppo lenti, senza play station che ci salvi la vita e che faccia volare via le ore, a volte non resta che mettersi a spulciare vecchie foto, tirando fuori ricordi a volte scomodi...
Oggi ho deciso di esorcizzare il tutto e invece di ricordare mi sono messa a guardare su internet i video delle mie canzoni preferite.
Questo video e il suo testo però hanno avuto l'effetto foto-ricordi...
Per quanto ci possiamo impegnare a scansare le cose, le persone, i ricordi o chissà che, a volte bisogna arrendersi.

la traduzione è d'obbligo

Artista:
Snow Patrol
Titolo: Chasing Cars
Titolo Tradotto: Inseguendo Macchine

Faremo tutto, tutto da soli
non abbiamo bisogno di nulla e di nessuno

se mi stendessi qui, se solo mi stendessi qui
ti stenderesti con me e dimenticheresti il mondo?

non so bene come dire quello che provo
quelle tre parole vengono dette troppo spesso
non sono abbastanza

se mi stendessi qui, se solo mi stendessi qui
ti stenderesti con me e dimenticheresti il mondo?

dimentica quello che ci è stato detto
prima che diventiamo troppo vecchi
mostrami un giardino dove esplode la vita

sprechiamo del tempo inseguendo le macchine
che stanno nelle nostre teste

ho bisogno della tua grazia
per ricordarmi di trovare la mia

se mi stendessi qui, se solo mi stendessi qui
ti stenderesti con me e dimenticheresti il mondo?

dimentica quello che ci è stato detto
prima che diventiamo troppo vecchi
mostrami un giardino dove esplode la vita

tutto quello che sono
tutto quello che sono sempre stato
è qui nei tuoi occhi perfetti,
che sono tutto quello che posso vedere

non so dove
sono confuso anche sul come
so solo che queste cose
non cambieranno mai per tutti noi

se mi stendessi qui, se solo mi stendessi qui
ti stenderesti con me e dimenticheresti il mondo?

sabato 29 dicembre 2007

Leonardo Sciascia




Uomini?„ “Io - proseguì poi Don Mariano - ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l ‘umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà... Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l ‘umanità si fermasse ai mezz’uomini... E invece no, scende ancora più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi… E ancora più in giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito… E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere con le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre…„.

(Leonardo Sciascia Il giorno della civetta)




giovedì 27 dicembre 2007

Invasioni di Campo




Direi che è Troppo.
Basta con le invasioni di campo nella vita...
Basta con la gente che invade i campi altrui.
Basta caricare di aspettative alcuni frammenti di vita, e per di più sempre li stessi.
Natale, Capodanno, ferragosto, pasqua!
Bla Bla Bla Blaaaa...
Che sia Troppo, o Troppo poco.
Rimane comunque Troppo!!!

giovedì 20 dicembre 2007

In quel momento apparve la volpe...



"Buon giorno", disse la volpe.

"Buon giorno", rispose gentilmente il principe, voltandosi, ma non vide nessuno.

"Sono qui", disse la voce, "sotto il melo.."

"Chi sei", domandò il piccolo principe. "Sei molto carino.."

"Sono una volpe", disse la volpe.

"Vieni a giocare con me", le propose il piccolo principe, "sono così triste.."

"Non posso giocare con te", disse la volpe, "non sono addomesticata."

"Ah! scusa", fece il piccolo principe.

Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:

"Che cosa vuol dire, addomesticare?"

"Non sei di queste parti, tu", disse la volpe, "che cosa cerchi?"

"Cerco gli uomini", disse il piccolo principe. "Che cosa vuol dire 'addomesticare'?"

"Gli uomini", disse la volpe, "hanno dei fucili e cacciano.

È molto noioso! Allevano anche delle galline. È il loro solo interesse. Tu cerchi delle galline?"

"No", disse il piccolo principe. "Cerco degli amici. Che cosa vuol dire 'addomesticare'?"

"È una cosa da molto dimenticata. vuol dire creare dei legami.."

"Creare dei legami?"

"Certo", disse la volpe. "Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo."

"Comincio a capire", disse il piccolo principe.

"C'è un fiore.. credo che mi abbia addomesticato.."

"È possibile", disse la volpe. "Capita di tutto, sulla Terra.."

"Oh! non è sulla Terra", disse il piccolo principe.

La volpe sembrò perplessa.

"Su un altro pianeta?"

"Sì."

"Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?"

"No."

"Questo mi interessa! E delle galline?"

"No."

"Non c'è niente di perfetto", sospirò la volpe.

Ma la volpe ritornò alla sua idea:

"La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio perciò. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù, in fondo, dei campi di grano?

Io non mangio il pane, e il grano, per me, è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste!

Ma tu hai dei capelli color dell'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticata. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano.."

La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:

"Per favore.. addomesticami", disse.

"Volentieri", rispose il piccolo principe, "ma non ho molto tempo, però.

Ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte cose."

"Non si conoscono che le cose che si addomesticano", disse la volpe.

"Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico, addomesticami!"

"Che bisogna fare?", domandò il piccolo principe.

"Bisogna essere molto pazienti", rispose la volpe. "In principio tu ti siederai un po' lontano da me, così, nell'erba. Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' più vicino.."

Il piccolo principe ritornò l'indomani.

"Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe. "Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore.. Ci vogliono i riti."

"Che cos'è un rito?", disse il piccolo principe.

"Anche questa è una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe. "È quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore. C'è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì è un giorno meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi, i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza."

Così il piccolo principe addomesticò la volpe. E quando l'ora della partenza fu vicina:

"Ah!", disse la volpe, "piangerò.."

"La colpa è tua", disse il piccolo principe, "io non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi.."

"È vero", disse la volpe.

"Ma piangerai!", disse il piccolo principe.

"È certo", disse la volpe.

"Ma allora che ci guadagni?"

"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano."

Poi soggiunse:

"Va' a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo. Quando ritornerai a dirmi addio, ti regalerò un segreto."

Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.

"Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente", disse. "Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico, ed ora è per me unica al mondo."

E le rose erano a disagio.

"Voi siete belle, ma siete vuote", disse ancora. "Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perchè è lei che io ho innaffiata. Perchè e lei che ho riparata col paravento. Perchè su di lei ho uccisi i bruchi (salvo i due o tre per le farfalle). Perchè è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perchè è la mia rosa."

E ritornò dalla volpe.

"Addio", disse.

"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi."

"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe per ricordarselo.

"È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante."

"È il tempo che ho perduto per la mia rosa..", sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.

"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa.."

"Io sono responsabile della mia rosa..", ripeté il piccolo principe per ricordarsene

giovedì 13 dicembre 2007

C'è davvero un tempo per ogni cosa..?




Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il sole.
C’è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.
Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per gemere e un tempo per ballare.
Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per serbare e un tempo per buttar via.
Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace.
(Qo 3,2-8)



Mia madre lo dice sempre che Ogni cosa ha il suo tempo.
Ma quello che non mi dice e come ha fatto a non stancarsi.
Pechè io ogni tanto mi sento stanca.
Stanca di studiare Diritto Pubblico, ad esempio.
Stanca di questa scrivania.
Stanca. Stanca di aspettare il mio tempo.
Stanca di non essere ricambiata.
E invece per lei il tempo sembra non passi mai!!
E' sempre la stessa mia Mamma.
Ovviamente il tempo, sta corteggiando anche lei, lentamente lentamente...
Ma sembra non interessarle molto.
E ora che ci penso, non dovrei neanche stupirmi tanto,
perchè in fondo è lei che lo dice sempre...
"Ogni cosa ha il suo tempo, Gioia!!!"
Adoro quando mi chiama Gioia.
Stasera, su questo blog,
volevo che fosse il tempo di mia Mamma!!!

martedì 11 dicembre 2007

Lover, you should've come over







Jeff Buckley



Looking out the door
I see the rain fall upon the funeral mourners
Parading in a wake of sad relations
as their shoes fill up with water
And maybe I'm too young
To keep good love from going wrong
But tonight you're on my mind so
(you'll never know)



I'm broken down and hungry for your love
With no way to feed it
Where are you tonight?
Child, you know how much I need it.
Too young to hold on
And too old to just break free and run
Sometimes a man gets carried away,
When he feels like he should be having his fun
And much too blind to see the damage he's done
Sometimes a man must awake to find that, really,
He has no-one...



So I'll wait for you... And I'll burn oh
Will I ever see your sweet return,
oh/or, will I ever learn?
Lover, you should've come over
'Cause it's not too late.



Lonely is the room the bed is made
The open window lets the rain in
Burning in the corner is the only one
who dreams he had you with him
My body turns and yearns for a sleep
that will never come
It's never over,
my kingdom for a kiss upon her shoulder
It's never over, all my riches for her smiles
when I slept so soft against her...
It's never over,
all my blood for the sweetness of her laughter
It's never over, she is the tear
that hangs inside my soul forever
Maybe I'm just too young to keep good love
from going wrong
Oh... lover you should've come over...
'cause it's not too late...



I feel too young to hold on
I'm much too old to break free and run
Too deaf, dumb, and blind
to see the damage I've done
Sweet lover, you should've come over
Oh, love I'm waiting [I waited] for you
Lover, you should've come over
Cause it's not too late



Titolo Tradotto:
Amore, Saresti Dovuta Venire


Guardando fuori dalla porta vedo la pioggia
cadere sulla gente al funerale
che sfila in una camminata di parenti tristi
mentre le loro scarpe si riempiono d'acqua
forse sono troppo giovane per non permettere
all'amore giusto di diventare sbagliato
ma stanotte sei nella mia mente cosi non lo saprai mai

quando sono giù e affamato del tuo amore
senza possibilità di nutrirmi di esso
dove sei stanotte? sai quanto ne ho bisogno
troppo giovane per resistere e
troppo vecchio per evadere e scappare

qualche volta un uomo viene trascinato
quando si sente come se il divertimento gli fosse dovuto
e troppo cieco per vedere i danni che ha fatto
qualche volta un uomo deve svegliarsi per
scoprire che veramente non ha nessuno

cosi ti aspetterò... e brucerò
vedrò mai il tuo dolce ritorno?
imparerò mai?

amore, saresti dovuta tornare
perché non é troppo tardi

la stanza è solitaria, il letto é fatto,
la finestra aperta lascia entrare la pioggia
bruciando all'angolo c'é quello
che sogna di averti avuta con lui
il mio corpo gira e brama per un sonno che non verrà mai

non é mai finita, il mio regno per un bacio sulle sue spalle
non é mai finita, tutta la mia ricchezza per
il suo sorriso quando dormo così dolce accanto a lei
non é mai finita, tutto il mio sangue
per la dolcezza della sua risata
non é mai finita, lei é la lacrima che scenderà
per sempre nella mia anima

beh forse sono troppo giovane per non permettere
all'amore giusto di diventare sbagliato

amore, saresti dovuta tornare
perché non é troppo tardi

beh mi sento troppo giovane per resistere e
troppo vecchio per evadere e scappare
troppo sordo, muto e cieco per
vedere il danno che ho fatto
dolce amore, saresti dovuta tornare
amore, beh, ti sto aspettando

amore, saresti dovuta tornare
perché non é troppo tardi