lunedì 29 ottobre 2007

La Costituzione Italiana vs la "Levi-Prodi"













COSTITUZIONE ITALIANA

Art. 21.

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo di ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.


LEGGE LEVI-PRODI
Art. 7
(Attività editoriale su internet)
1. L’iscrizione al Registro degli operatori di comunicazione dei soggetti che
svolgono attività editoriale su internet rileva anche ai fini dell’applicazione
delle norme sulla responsabilità connessa ai reati a mezzo stampa.
2. Per le attività editoriali svolte su internet dai soggetti pubblici si considera
responsabile colui che ha il compito di autorizzare la pubblicazione delle
informazioni.




Ingenuamente ancora mi domando come sia possibile.
Un giorno il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo Franco Levi, si alza e decide di presentare un disegno di legge che non farebbe altro che censurare/ limitare il fantastico mondo di internet in Italia (un pò come in Cina).
E Già... Perchè tutti quegli Italiani che, come il nostro sottosegretario alla presidenza del consiglio, si sono alzati una mattina, e avevano deciso che era arrivato per loro il momento di aprirsi un blog, magari per partecipare alla vita anche tramite il fantastico mondo di internet, tecnicamente non potrebbero più farlo a meno che, chiunque volesse aprire un blog o un sito, dovrebbe:
registrarlo al ROC (un registro dell’Autorità delle Comunicazioni)
produrre dei certificati;
pagare un bollo.
E obbligherebbe chiunque abbia un sito o un blog a dotarsi di una società editrice e ad avere un giornalista iscritto all’albo come direttore responsabile.
...anche se fa informazione senza fine di lucro.
Dopo una serie di proteste da parte noti personaggi (vedi Beppe Grillo), da parte della Rete, da parte di pochi Politici...

-“mi prendo la mia parte di responsabilità per non aver controllato personalmente e parola per parola il testo...che autorizza interpretazioni estensive che potrebbero limitare l’attività di molti siti e blog. Molto meglio lasciare le regole attuali...”
Paolo Gentiloni, Ministro delle Comunicazioni

- “È una legge liberticida, contro l'informazione libera e contro i blogger che ogni giorno pubblicano articoli mai riportati da giornali e televisioni.

Antonio Di Pietro, Ministro delle Infrastrutture


...E come se non bastasse, dopo essere stati per l'ennesima volta nel mirino della critica estera internazionale!!!
Il nostro sottosegretario alla Presidenza del Consiglio si è nuovamente svegliato e ha ben pensato di modificare l'articolo 7 della legge Levi-Prodi e...

"Sono esclusi dall'obbligo di iscrizione al Roc i soggetti che accedono ad internet o operano su internet in forme o con prodotti, come i siti personali o ad uso collettivo che non costituiscono un'organizzazione imprenditoriale del lavoro".

Ma che vuol dire? ...e chi inserisce pubblicità nel suo blog, così com'è possibile fare qui..?
Non ci voglio credere che ancora una volta ci toccherà sperare che, magrari, il signor Levi una di queste mattine si svegli e decida di eliminare del tutto l'articolo 7 .

"Parliamoci chiaro, le nostre leggi sull'ordinamento della professione giornalistica per tanti aspetti si collegano alla struttura del fascismo a cominciare dalla figura del direttore responsabile (io l'ho ricoperta per quasi vent'anni) che non esiste in nessun'altra legislazione del mondo. Una figura derivata da un ordinamento in cui i direttore responsabile era nominato da un partito politico autoritario e onnipotente, in contrapposizione all'editore e mantenuto con privilegi economici, ma senza il controllo politico della testata".
Giovanni Spadolini. Citazione tratta dal libro "Come si diventa giornalista" - Piero Morganti - Ed.Einaudi

La ragazza che volava

La Ragazza che Volava
di Nezar Husain e Karim Fael
Testo raccolto da Naoki Tomasini



Ho deciso di copiare questo racconto dal blog di Manuela, una mia cara amica che vive in Siria. Penso che valga la pena leggerlo, e personalmente penso che valga molto più di tutti quegli articoli "da prima Pagina" che ultimamente abbiamo la possibilità di leggere nei giornali italiani!!!
Buona Lettura...








“Buongiorno morte".
Ripeto a me stesso questa frase ogni giorno, da tre anni, da tre guerre. Me la ripeto con tutta la soddisfazione
di cui sono capace, perché la morte è la cosa più vicina a me, più ancora di me stesso. La morte non è più un evento straordinario
E’diventata un'abitudine che ho imparato a conoscere sin da bambino. Avevo sette anni quando ho visto il taxi che andava verso casa di mio nonno con la bara di legno sopra. La bara avvolta dalla bandiera irachena, sulla quale una scritta nitida, in nero, recitava: Il martire eroe Ahmad Nagem Gaber.
Ho visto mia madre in lacrime correre verso il taxi e
cadere al suolo. Il corpo nella bara era quello di suo
fratello, mio zio. Accadeva durante la guerra tra Iraq
e Iran.
Allora io ero ancora un bambino. Tornavo a casa da
scuola verso mezzogiorno, accendevo la tv e guardavo il canale nazionale, allora l'unico canale disponibile, che trasmetteva un programma chiamato "Immagini dalla battaglia", preceduto da quindici minuti di letture coraniche. Il programma mostrava video dal fronte. Al fronte mio zio morì. C'erano immagini di morte, la morte che entrava in casa in silenzio, per altri quindici minuti. Cercavo di dimenticare quelle immagini fino all'inizio dei programmi per bambini.
Tom e Jerry. La mia infanzia è stata sporca, brutta. Vorrei dimenticarla, ma non ce la farò. Finì la guerra contro l'Iran, e un nuovo, inutile conflitto era già alle porte: la guerra contro il Kuwait. Ancora morte, ancora asprezze. Non fu più la morte al confine, ma nella città. La morte vagava per le strade, nei vicoli, attraversava i ponti che collegano le due parti della città, li spezzava, devastava ogni cosa avesse un legame con la vita. Poi finì la guerra, e al suo posto cominciò l'embargo, che mi presentò una nuova morte, sconosciuta, barbara e medievale.
Come immagini di secoli fa. Povertà, carestia, uranio, dittatura, profughi. Il mio rapporto con la morte sarebbe continuato, con nuovi significati, quando Bush annunciò la 'sua' guerra contro l'Iraq. La morte ha preso ad assediarmi con tutta la sua abilità. Vedere con i propri occhi i soldati americani che uccidono non è vedere il programma Immagini dalla battaglia.
Il terrore di una bomba che esplode in un mercato nel centro di Baghdad all'ora di punta è un terrore universale, che colpisce tutte le creature. E' la morte inutile, gratuita, che arriva tra i pomodori, la verdura, la carne troppo cotta. Non c'è modo per descriverla, per definirla. Accade, e prende il ritmo dell'evento quotidiano. Il suo sanguinoso ripetersi l'ha resa familiare ai cittadini di Baghdad, città che la respira e l'alleva nel suo grembo in fiamme. Anche le notizie si adeguano, le 'breaking news' di autobombe che esplodono uccidendo cento persone in una volta. I cadaveri sparsi attraggono le macchine fotografiche, i fotografi sono spettatori della morte che procede lenta tra la folla, vestita di rosso, e di nero. La sua sentenza è senza appello, il suo cammino immutabile. Mi dirigevo verso l'unico posto che considero sacro nella mia vita: l'Accademia di
Belle Arti, in uno dei più bei quartieri di Baghdad. Era l'ora di punta, e di fronte all'università un'autobomba esplose. Non parlerò di quanto successe, di come la ragazza volò in aria, tra la sorpresa e il terrore. Non avevo mai visto volare una ragazza. La morte l'aveva sollevata in volo.
Aveva ciò che tutte le ragazze della sua età hanno, in qualsiasi parte del mondo. Ciò che aveva di diverso era che lei viveva a Baghdad, la città che ha la morte al suo fianco.
Lasciai Baghdad per Damasco, ma so che tornerò presto. Anche se mio zio è morto, e con lui un pugno di altre persone che amavo, voglio rimanere il bambino che conosce la morte e non vuole più dormirle accanto.

domenica 21 ottobre 2007

Una poesia















Se tu mi dimentichi - Pablo Neruda

Voglio che tu sappia
Una cosa.
Tu sai com’è questa cosa:
se guardo
la luna di cristallo, il ramo rosso
del lento autunno alla mia finestra,
se tocco
vicino al fuoco
l’impalpabile cenere
o il rugoso corpo della legna,
tutto mi conduce a te,
come se cio’ che esiste
aromi, luce, metalli,
fossero piccole navi che vanno
verso le tue isole che m’attendono.

Orbene,
se a poco a poco cessi di amarmi
cesserò d’amarti poco a poco.
“ Se d’improvviso
mi dimentichi,
non cercarmi,
chè già ti avrò dimenticata “

Se consideri lungo e pazzo
il vento di bandiere
Che passa per la mia vita
e ti decidi
a lasciarmi sulla riva
del cuore in cui ho le radici,
pensa
che in quel giorno,
in quell’ora,
leverò in alto le braccia
e le mie radici usciranno
a cercare altra terra.

Ma
se ogni giorno,
ogni ora
senti che a me sei destinata
con dolcezza implacabile.
Se ogni giorno sale
alle tue labbra un fiore a cercarmi,
ahi, amor mio, ahi mia,
in me tutto quel fuoco si ripete,
in me nulla si spegne né si dimentica,
il mio amore si nutre del tuo amore, amata,
e finchè tu vivrai starà tra le tue braccia
senza uscire dalle mie.

lunedì 15 ottobre 2007

Ricordi
















E' così che inizia il mio quinto anno in questa meravigliosa città.
Con un pomeriggio in armoniosa solitudine a casa "Sparano".
I miei coinquilini sono partiti. E io dopo aver pulito per bene tutta la casa mi sono decisamente data al relax.
Quando si convive con qualcuno, c'è qualcosa di speciale nel rilassarsi nella propria casa quando non c'è nessuno, e sai che per qualche giorno quello sarà solo il Tuo.
Che sia "angolo di Paradiso" o " nicchia all'Inferno" è Solo tuo.
Quando si è soli ci si muove come alla conquista di spazi che normalmente non senti del tutto tuoi.. Che meraviglia stare in casa da soli!!!
La convivenza è una brutta bestia, che a volte potrebbe perfino uccidere...
In quattro anni ho cabiato quattro case.
Nella prima casa ero finita con tre sardi e mia sorella... di loro non mi ricordo neanche più i nomi, ma mi ricordo di quando vidi uscire Lui e Lei (fidanzati) per andare di domenica pomeriggio alle cascine a fare una passeggiata. Lui con gli auricolari per ascoltare le partite e Lei a braccetto di lui che non diceva una parola... Che Tristezza!!!
E' così incomincio il mio quinto anno in questa città.
Ormai sentendola un pò mia, cammino per le strade restando ancora affascinata e stupita dalla sontuosità di questo centro storico, dove tutto sembra restare fermo, pronto per farsi fotografare da qualche turista venuto da chissà dove.
Dopo quattro anni cammino per queste strade piena di ricordi... ripensando a quello che ero, pensando a quello che sono. Non sono un'altra persona, mi dico.. ma non sono neanche quella ragazza piena di strane e conflittuali emozioni che ero!!!
Ancora non so precisamente cosa voglio, ma adesso almeno so cos'è che non voglio!!!
E' già un punto d'inizio, perchè nella vita se non sappiamo cosa vogliamo, io penso che sia Fondamentele sapere cosa Non Vogliamo...
Quando si parte per un viaggio Facciamo delle valutazioni?
Mi porto.. Slip, calze, maglietta preferita, la maglietta che mi porto dietro da una vita...
E poi...? Voglio viaggiare leggera...
Voglio un libro...
Voglio lasciare un pò di spazio per riportare a casa qualcosa che troverò li...
Perchè in Fondo si vuole sempre tornare a casa.
Basta solo decidere e sapere dov'è Casa!!!